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Economia: in rialzo le stime di crescita per Usa, Cina e Italia

La riapertura delle attività in Cina, il ribasso del prezzo del gas e dell’inflazione disegnano uno scenario migliore per l’economia mondiale e italiana. Gli esperti rivedono al rialzo le stime del Pil del nostro Paese, a più 0,7 per cento annuo, e quelle di Cina, Usa ed Eurozona.

28/02/2023
grafico rialzista sostenuto da alcuni fili
Riviste in rialzo previsioni su economia mondiale e italiana

L’economia globale sta rallentando, in modo moderato. Tuttavia, secondo la più aggiornata analisi di Prometeia, i dati più recenti mostrano risultati migliori delle attese per il quarto trimestre 2022, portando a effetti di riporto positivi per il 2023 negli Stati Uniti, in Cina e nell’Eurozona. Dietro la sostanziale tenuta della congiuntura ci sono la riapertura dell'economia cinese (dopo i lockdown legati alla politica Zero-Covid portata avanti da Pechino), il calo dei prezzi del gas in Europa, la diminuzione dell'inflazione negli Stati Uniti e anche il miglioramento degli indicatori di fiducia. Alla luce di questi recenti sviluppi, gli esperti hanno rivisto al rialzo le proiezioni per la crescita del Pil nel 2023 all'1,1% negli Usa (da +0,4% indicato a gennaio), al 5,1% in Cina (da +4,4%) e allo 0,7% nell'Eurozona (da +0,1%).

Pil italiano 2023 atteso a +0,7%

La stessa performance è prevista per il nostro Paese, nonostante nel quarto trimestre il Pil italiano abbia mostrato una leggera flessione (-0,1%, stima flash) a causa di un calo dell'attività agricola e industriale a fronte di una crescita solo marginale nei servizi. Da una parte la domanda interna (scorte comprese) ha fornito un contributo negativo, mentre l’export netto ha dato un apporto positivo. Nel complesso, la crescita economica maturata nell’intero 2022 è stata del 3,9%, con un effetto di trascinamento positivo dello 0,4% sul 2023. Grazie a questo fattore di spinta, le stime di Prometeia mostrano un tasso di crescita rivisto nel primo trimestre 2023 di -0,1% (-0,3% nel report di gennaio) e un tasso di crescita annuo dello 0,7% (da +0,4%) in quanto non si prevedono nuove tensioni sui prezzi del gas fino a fine anno.

Previsto rientro lento per l’inflazione

In Italia, in ritardo rispetto all’Europa, i prezzi dell'energia iniziano a incorporare un costo del gas più basso, tradotto in un’inflazione più debole (10,1% a gennaio dopo 11,6% a dicembre). Il modesto calo mensile dei prezzi totali dell'energia è dovuto al rincaro (+0,7%) dei prodotti energetici non regolamentati (energia e carburanti in un mercato liberalizzato), derivante soprattutto dalla reintroduzione dell'accisa. A gennaio l’inflazione è stata dello 0,2% mensile: il contributo negativo dei prezzi dell'energia è stato compensato dal rincaro di alimentari e beni e servizi, per effetto della trasmissione della catena di approvvigionamento. È prevista la continuazione del pass-through, portando a un ribasso solo graduale del dato core nei prossimi mesi. Infatti, nel 2023 l’inflazione è attesa al 5,6% contro l’8,1% dello scorso anno.

Ancora elevate disponibilità di spesa delle famiglie

Buone nuove dal mercato del lavoro e dalla disponibilità di spesa. L'occupazione (temporanea e permanente) mostra un ritorno alla crescita nel quarto trimestre 2022 e questo – secondo Prometeia - è un segnale di ferma fiducia nella domanda futura. D’altronde gli alti livelli di risparmio sono un importante motore della spesa. Da un picco del 19,6% nel secondo trimestre del 2020, il tasso di risparmio delle famiglie è sceso al 7,1% nel terzo trimestre 2022, sotto i livelli visti in pandemia (8% nel 2019). E, per la prima volta dal 2019, il saldo finanziario (risparmi meno investimenti non finanziari) è negativo, a causa del rallentamento della crescita del risparmio e degli elevati investimenti. Si segnala, comunque, che i risparmi finanziari accumulati - in eccesso rispetto ai valori storici - tra il quarto trimestre 2019 e il terzo trimestre 2022 ammontano ancora a circa 150 miliardi.

Gli alti tassi spingono riallocazione dei portafogli

Intanto emergono a valle, secondo l’analisi di Prometeia, i primi effetti della stretta creditizia adottata dalla Bce e della volatilità dei mercati. Il disavanzo finanziario delle famiglie nel terzo trimestre 2022 ha rispecchiato i 9,1 miliardi di euro di vendite nette di attività finanziarie, in particolare azioni e altre partecipazioni, e l'aumento delle passività di 1,5 miliardi. Altro segnale è rappresentato dalla riallocazione dei portafogli delle famiglie a causa dei tassi di interesse più elevati: nel terzo trimestre 2022 i depositi sono aumentati meno rispetto allo stesso periodo del 2021 e le obbligazioni sono aumentate di 10,7 miliardi di euro (contro un calo nello stesso periodo dell’anno precedente). I dati più recenti sui conti correnti confermano che nel 2022 i depositi complessivi delle famiglie sono aumentati meno che nel 2021 (14,5 miliardi di euro contro 48,7 miliardi).

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

economia cina usa prometeia
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