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Pil Eurozona: batte le stime, ma dubbi su vaccinazioni

Nel quarto trimestre il Pil Ue ha accusato un calo inferiore al previsto, dello 0,7 pct anziché dell’1 pct. La Bce, a parte un primo trimestre ancora condizionato dal virus, vede la possibilità di miglioramento nel prosieguo del 2021. Schroders mette in guardia dal problema vaccinazioni.

16/02/2021
Il segno dell'euro su fondo blu e sopra un grafico
Pil Eurozona: batte le stime, ma dubbi su vaccinazioni

Nell’Eurozona la frenata dell'economia accusata nel quarto trimestre 2020, legata alla seconda ondata dei contagi, dovrebbe avere una coda anche sul primo trimestre del 2021, ma in prospettiva la crescita potrebbe essere caratterizzata da rischi al rialzo, grazie soprattutto alla relativa tenuta del settore industriale. È quanto si legge nel bollettino economico della Bce. E i recenti numeri sembrano suffragare questa previsione, anche perché, come rilevano gli analisti di Schroders, il Pil dell’area registrato nell’ultimo scorcio dello scorso anno ha battuto le attese. Gli unici dubbi riguardano i rischi che potrebbero arrivare da una campagna di vaccinazione che procede a rilento.

-0,7% il Pil nel quarto trimestre 2020

Nel quarto trimestre 2020 il Pil reale per l’Eurozona ha mostrato una contrazione di appena lo 0,7%, in gran parte a causa del ripristino delle restrizioni. Molti Stati membri, infatti, hanno dovuto chiudere i servizi non essenziali, comprese le vendite al dettaglio, poiché il numero di casi di Covid-19 ha ricominciato a salire in autunno. La performance è stata quindi migliore delle aspettative del consensus, che mettevano in conto una contrazione dell’1%, ma mostra comunque un livello del Pil minore del 5,1% rispetto al picco pre-pandemico. Per il 2020 nel complesso, la crescita del Pil è stata pari a -6,8%, il peggior risultato annuale dall’inizio della raccolta dei dati dell’Eurozona.

Il peso della seconda ondata

Nel dettaglio, tra gli Stati membri l’impatto è stato vario ed è dipeso in gran parte dal livello delle restrizioni imposte. Dove queste sono state minime, ha osservato Azad Zangana, senior european economist and strategist di Schroders, l’economia è riuscita a evitare la contrazione, come in Spagna, dove abbiamo visto una crescita dello 0,4%. Altri casi simili sono stati in Germania (+0,1%), Belgio (+0,2%) e Portogallo (+0,4%). Al contrario, i Paesi che hanno dovuto chiudere i negozi di vendita al dettaglio hanno subito effetti più negativi: la Francia ha visto una flessione dell’1,3% e l’Italia del 2%. A registrare le peggiori performance è stata comunque l’Austria, con un -4,3%.

L’impatto delle restrizioni sui consumi

È molto probabile, sottolinea l’esperto, che la principale fonte di debolezza nella composizione del Pil sia arrivata dal fronte dei consumi, come già visto durante la fase più acuta della pandemia a inizio 2020. La minore fiducia, l’incertezza rispetto alle prospettive lavorative e le limitate possibilità di spesa avranno pesato infatti sul commercio retail. Tuttavia, come previsto, le restrizioni a fine 2020 sono state meno severe, portando a un minore impatto negativo. Nonostante ciò, molti Paesi hanno esteso e in alcuni casi inasprito le restrizioni quest’anno e ciò potrebbe implicare un altro trimestre di performance negative per il Pil, e quindi a una doppia recessione tecnica.

Se vaccinazione va a rilento a rischio un’altra recessione

Guardando più avanti, sembra che i vaccini abbiano riportato la speranza, anche se restano preoccupazioni circa i lenti progressi sul fronte della vaccinazione della popolazione. Zangana segnala che c’è già il rischio che gran parte dell’Europa non avrà vaccinato una percentuale sufficiente di popolazione in tempo per le vacanze estive, il che avrebbe effetti negativi per il settore del turismo nei Paesi meridionali. Esiste anche il crescente rischio che, se l’immunità di gregge non verrà raggiunta in tempo, le restrizioni potranno tornare in auge nel prossimo inverno. Ciò non solo porrebbe il rischio di un’altra recessione, ma minaccerebbe anche l’efficacia del piano di stimoli fiscali dell’Europa, e potenzialmente riaprirebbe la questione della sostenibilità del debito pubblico di alcuni Paesi.

Bce, fondi Ue ruolo primario per sostenere la ripresa

Intanto la Bce ‘vigila’ sui fondi che arriveranno da Bruxelles per rilanciare l’economia. Gli investimenti aggiuntivi finanziati attraverso il programma Next Generation Eu – riporta il bollettino - svolgeranno un ruolo di primo piano nel sostenere la ripresa, una volta terminata la pandemia. Per la Banca centrale è uno strumento che produrrebbe un'espansione di bilancio incentrata sul debito pari, in media, a circa l'1% del Pil dell'Eurozona nel 2021-2024. La maggior parte degli interventi finanziati da Ngeu dovrebbe essere destinata a investimenti e riforme strutturali volte a favorire la crescita. Nel bollettino c’è anche un richiamo ai Paesi beneficiari: è importante garantire l'addizionalità di tali spese rispetto a quelle nazionali, in modo che i fondi erogati dalla Ue non si sostituiscano alla spesa pubblica interna.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

bce francia italia pil recessione
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