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Due view sul futuro di Wall Street

18/07/2018

Nel settembre del 2008 la crisi faceva sentire i suoi effetti e la Federal Reserve -nel tentativo di offrire supporto all’economia- aveva già tagliato sette volte il costo del denaro in meno di un anno.

Quel mese lo scoppio della bolla speculativa sui titoli subprime pose fine alla corsa di Wall Street e trascinò negli abissi Lehman Brothers, la quarta banca d’investimenti del paese. Il default di Lehman provocò un buco da 634.000 milioni di usd, il più grande della storia in ambito corporate.

 Quasi dieci anni dopo il collasso del sistema finanziario che provocò un arretramento di Wall Street del 50%, il Governo statunitense in carica vuole rimuovere i paletti introdotti dalle autorità nel post-Lehman. Per alcuni si tratta del primo passo verso una nuova catastrofe, per altri l’unico modo per garantire che la festa di Wall Street possa continuare per molti anni ancora.

Con l’approvazione della legge Dodd-Frank, nel luglio del 2010, il Governo a guida Obama cercò di riportare la fiducia sui mercati finanziari. La legge ha introdotto gli stress test per le entità considerate di importanza sistemica al fine di evitare che il costo di eventuali futuri default potesse ricadere sulla collettività. 

Quando la Dodd-Frank vide la luce, gli indici di Wall Street avevano accumulato sei mesi di rialzi e da allora il trend non si è più fermato. Vale a dire che i listini Usa accumulano nove anni di rivalutazioni, un periodo insostenibile per alcuni e del tutto normale per altri.

Il presidente Trump è attualmente lo sponsor principale della festa di Wall Street. Il repubblicano ha dato nuova linfa ai mercati finanziari con l’adozione di una politica fiscale ultralassa e intende procedere al progressivo smantellamento della Dodd-Frank. Fino a questo momento, Trump è riuscito a far approvare al Congresso una serie di norme che favoriranno gli istituti di credito di piccole e medie dimensioni. 

Il Congresso ha elevato da 50.000 milioni a 250.000 milioni di usd il livello di asset per cui una banca viene considerata tale da innescare rischi sistemici. Tale cambiamento riduce da quaranta a dodici le entità statunitensi considerate a rischio sistemico.

Un altro passo importante potrebbe essere la rimozione della norma Volcker, che impedisce alle banche di realizzare attività speculative con i soldi dei propri clienti.Per il Governo in carica si tratta di rimuovere limiti che frenano la crescita Usa. Per i critici si sta preparando il terreno a un’altra ondata di operazioni speculative che anticipano l’arrivo di un crollo dei mercati.

Trump ha incontrato diverse difficoltà nel far passare le proposte della campagna elettorale al Congresso, facendo nascere dubbi sul recente rally nell’azionario. I titoli nel settore finanziario, come le banche e le assicurazioni, sarebbero i maggiori beneficiari di una deregolamentazione finanziaria e sono infatti cresciuti del 35,5% nei dodici mesi successivi alla nomina di Trump. Anche le azioni nel settore industriale, imprese edili incluse, e quelle del settore dei materiali sono aumentate rispettivamente del 24,1% e del 26,4%.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

obama trump banche deregolamentazione
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