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Banca d’Italia: seconda ondata contagi frena la ripresa

Banca d’Italia stima che il Pil del nostro Paese quest’anno accuserà una contrazione del 9 pct, per recuperare il 3,5 pct nel prossimo. La seconda ondata dei contagi ha tuttavia frenato il rimbalzo iniziato nel terzo trimestre ed è destinato a incidere sul ritmo dell’inizio del 2021.

14/12/2020

Sulla strada della ripresa economica dell’Italia si è frapposta la seconda ondata della pandemia da coronavirus. Dopo lo slancio che ha caratterizzato le attività nel terzo trimestre, cui hanno contribuito le politiche di sostegno del Governo, dell’Unione Europea e dell’Eurosistema, il nuovo picco dei contagi degli ultimi mesi si sta infatti riflettendo sulle prospettive di breve termine. È quanto sottolinea Banca d’Italia nelle sue ‘Proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana’ per il quadriennio 2020-23. Lo scenario di base di via Nazionale, che per quest’anno mette in conto una contrazione del 9%, prefigura una ripresa del 3,5% nel 2021, del 3,8% nel 2022 e del 2,3% nel 2023.

La spada di Damocle della pandemia

Certamente, viene precisato nel report, lo scenario di base dipende dalle ipotesi sul quadro pandemico: minori ripercussioni dei contagi a fine 2020 e inizio 2021 potrebbero tradursi in una crescita più elevata l’anno prossimo. Per contro, il prolungamento degli effetti sfavorevoli della pandemia, se non contrastati da politiche economiche, potrebbe rappresentare un rischio per le prospettive di crescita se si ripercuotesse su consumi, investimenti, scambi internazionali o condizioni finanziarie.

Accelerazione del Pil nella parte centrale del 2021

Il prodotto interno lordo si ridurrebbe nel trimestre in corso e rimarrebbe debole all’inizio del 2021, per poi tornare a espandersi a ritmi significativi già nella parte centrale del 2021, grazie all’ipotizzato miglioramento del quadro sanitario e all’effetto delle misure di politica economica. È prevedibile, secondo gli esperti, che in questo contesto la vaccinazione progressivamente più diffusa contro il Covid-19 abbia un ruolo importante. Tuttavia il più contenuto dato medio previsto per l’intero 2021 risente dell’effetto trascinamento della flessione del Pil nella parte finale del 2020, la crescita è più rapida dal secondo trimestre in poi e significativamente più forte nel 2022.

Da Legge di Bilancio e fondi Ue spinta ulteriore del 2,5%

Un sostegno all’attività economica, stima Banca d’Italia, proviene dalla politica di bilancio e dai fondi Next Generation EU. Si valuta che le misure inserite nel disegno di Legge di Bilancio e i fondi europei possano innalzare il livello del Pil di circa il 2,5% nel triennio 2021-23. Il conseguimento di questi effetti dipenderà tuttavia dalla concreta specificazione degli interventi inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e da una loro tempestiva attuazione, mentre la ripresa dei consumi delle famiglie sarebbe più graduale rispetto a quella del Pil, frenata da una ancora elevata propensione al risparmio precauzionale.

L’export di beni sui livelli pre-crisi già a inizio 2021

Gli investimenti sono attesi recuperare in maniera più accentuata di quanto atteso a luglio, sospinti dagli interventi Next Generation EU, nonché dalle favorevoli condizioni di finanziamento. Il fronte dei tassi resta infatti sereno: gli esperti ritengono che una stretta del credito nell’Eurozona sia rinviata al 2024. La significativa ripresa dell’export proseguirebbe in linea con le ipotesi per la domanda estera. Quest’ultima, caduta di oltre il 10% quest’anno, è attesa espandersi di circa il 5% l’anno nel 2021-23. La crescita, precisa Banca d’Italia, sarebbe trainata dai beni, che torneranno sui valori pre-crisi già a inizio 2021, mentre i servizi risentiranno più a lungo della debolezza del turismo mondiale.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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