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Germania: investimenti record per rilanciare crescita e stabilità
L’aumento dei costi per interessi e welfare ridurrà lo spazio per nuove politiche. Inoltre, il rapido aumento della spesa, specie per le infrastrutture, potrebbe alimentare l’inflazione e rallentare i progetti per la burocrazia. Berlino punta al 3,5 per cento del PIL per la difesa entro il 2029.

La Germania sta scommettendo su un grande piano di investimenti per rafforzare la propria economia e sicurezza. Ma perché il Paese riesca a garantire una crescita duratura e finanze pubbliche sane sarà essenziale, secondo un’analisi che arriva dall’agenzia Scope Ratings, accompagnare la spesa con riforme strutturali coraggiose. Berlino, per questo fine, ha annunciato un piano di investimenti senza precedenti: 850 miliardi di euro da spendere nei prossimi cinque anni, con l’obiettivo di rafforzare sia la difesa nazionale, sia modernizzare le infrastrutture del Paese. Secondo un recente report, si tratta di una svolta storica che potrebbe rilanciare la crescita economica tedesca, ma che comporta anche importanti sfide sul piano del debito pubblico e della sostenibilità fiscale.
Debito in aumento, ma con obiettivi ambiziosi
È una novità per la politica ‘‘morigerata’’ tedesca fin qui conosciuta: l’aumento della spesa, soprattutto per infrastrutture (6%) e difesa (14%), porterà ad un aumento del deficit dal 2,5% del PIL nel 2023 a circa 4% nel medio termine. Di conseguenza, il debito pubblico salirà dal 62,5% al 74% del PIL entro il 2030. Nonostante questi numeri, gli esperti sottolineano che, se ben gestiti, gli investimenti potrebbero avere effetti positivi sulla crescita nel lungo periodo. I finanziamenti sono in aumento già dal 2025. La conferma dell’accelerazione è arrivata dall’agenzia federale del debito, che ha aumentato le stime di finanziamento per il terzo trimestre da 100 a 119 miliardi. Una scelta che indica la volontà del Governo di spingere rapidamente sull’attuazione del piano.
Pressioni sul bilancio federale
Tuttavia, secondo gli stessi esperti non mancano i segnali di allarme. Le spese per interessi e welfare (in particolare pensioni e sanità) continueranno infatti a crescere, riducendo lo spazio per nuove politiche pubbliche. Secondo le previsioni, la spesa non vincolata passerà dal 24% del bilancio nel 2024 a solo il 3% nel 2035. Senza contare che anche il peso degli interessi sul debito aumenterà, arrivando all’1,6% del PIL entro il 2030. Una parte fondamentale del piano riguarda un fondo infrastrutturale da 500 miliardi da usare fino al 2035 per modernizzare strade, ferrovie e reti digitali. Se gli investimenti saranno realizzati in modo efficiente, potranno aumentare il potenziale dell’economia fino all’1% annuo, contrastando il rallentamento previsto allo 0,7%.
Rischio inflazione per l’intervento sulle infrastrutture
Il programma che riguarda l’intervento sulle infrastrutture del Paese è una delle colonne portanti del nuovo piano economico della Germania. Questo pacchetto è stato pensato per colmare un grave ritardo negli investimenti pubblici accumulato negli ultimi decenni, soprattutto nel settore chiave dei trasporti e nel digitale. L’obiettivo è duplice: stimolare la crescita nel breve termine e rafforzare il potenziale economico nel lungo periodo. Le difficoltà burocratiche e la mancanza di capacità di pianificazione e costruzione potrebbero tuttavia rallentare l’attuazione degli interventi. Inoltre, c’è il rischio che un’accelerazione improvvisa della spesa pubblica in un contesto già inflazionato possa portare a un aumento dei prezzi nei settori coinvolti.
Per la difesa si punta al 3,5% del PIL entro il 2029
Berlino ha anche deciso di anticipare di sei anni l’obiettivo NATO di spesa per la difesa, portandola al 3,5% del PIL entro il 2029, rispetto al 2,1% attuale. Tuttavia, gli effetti economici di questa scelta potrebbero essere limitati, soprattutto se le forniture militari non verranno prodotte in Germania. C’è un altro ostacolo che l’Esecutivo dovrà affrontare: il nodo delle riforme. A questo proposito, gli analisti avvertono che senza ‘‘ripensare’’ soprattutto il sistema pensionistico e il mercato del lavoro, il peso della spesa pubblica rischia di mettere sotto pressione la stabilità finanziaria del Paese. Serviranno, per questo, misure per aumentare l’occupazione – anche tra donne e anziani – e per rendere più sostenibile il sistema pensionistico.