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Post-Covid19: i mercati già guardano oltre la crisi

La pandemia di Covid-19 ha impattato sull’economia mondiale e sui mercati. Gli esperti, benché l’emergenza sanitaria non sia ancora alle spalle, già pensano a ricercare le migliori opportunità per gli investitori, come i capi della sostenibilità, della tecnologia e della sanità.

05/05/2020
pc con schermata investment
Il mercato dopo il Covid

L’impatto del Covid-19 sull’economia mondiale e sui mercati non ha risparmiato alcun settore. Le perdite, infatti, sono state ingenti su tutti i fronti, della finanza e delle attività produttive, e le cicatrici rimarranno visibili ancora a lungo, soprattutto in alcuni settori. Per questo gli esperti, benché l’emergenza sanitaria non sia ancora alle spalle, già pensano a dove si annidano ora le migliori opportunità per gli investitori. Su un discorso di lungo termine molti invitano a scommettere sui temi che hanno al centro la sostenibilità, la tecnologia e la sanità. In particolare invitano a non ‘pesare’ gli strumenti da mettere in portafoglio abbagliati dalle società che oggi confermano i dividendi, ma piuttosto a guardare i loro fondamentali in prospettiva.

Meglio guardare sul lungo termine che il dividendo spot

Nel mondo le società hanno adottato approcci diversi per premiare gli azionisti ma, nella maggior parte, sono state ‘conservative’ nel fissare (in molti casi sospendere) le policy sui dividenti. Al momento, sintetizza Rory Bateman, head of equities di Schroders, “i portafogli focalizzati sull’income hanno davanti una scelta tra ridurre il loro focus sulle aziende che non hanno tagliato i dividendi” o accettarne la riduzione. Potrebbe avere più senso, ammette l’esperto, “accettare questa seconda opzione nel breve termine, dato che le società che effettuano tagli per dare priorità alla liquidità e alla solvibilità spesso hanno una ripresa più rapida rispetto a quelle che mirano al mantenimento del livello dei dividendi a tutti i costi”.

Attesa per una contrazione degli utili nel 2020

La crisi dettata dalla pandemia è in costante evoluzione e, per questo, suggerisce ancora Bateman che in questa fase è “necessario avere un orizzonte di lungo periodo. In circostanze estreme è preferibile – infatti - che una società protegga il suo bilancio e non che miri a mantenere il dividendo invariato” in un contesto così complicato come quello attuale. È all’insegna della cautela nei confronti dell’azionario anche la visione di Michael Grady, head of investment strategy e chief economist di Aviva Investors, perché – ha spiegato - “temiamo che la contrazione economica si traduca in utili aziendali molto deboli nel 2020, cosa che non crediamo i mercati stiano scontando completamente in questo momento”.

Al contrario, ha affermato ancora Grady, “abbiamo aumentato la nostra preferenza per i titoli di Stato, ora sovrappesati, in quanto riteniamo che le Banche centrali continueranno ad agire per mantenere condizioni monetarie allentate e, allo stesso tempo, ciò consentirà la creazione di margini fiscali senza che vi sia un incremento dei rendimenti”.

Selezionare i bond dei Paesi emergenti

Per quanto riguarda i titoli sovrani, ha ammesso Mark Dowding, CIO di BlueBay, “continuiamo ad affidarci al supporto delle autorità nell’Eurozona, pur temendo che il contesto in molti mercati emergenti sarà probabilmente più complesso, data l’assenza di flessibilità di bilancio in molti Paesi”. A questo proposito Michael Conelius, gestore del T. Rowe Price Funds Sicav, ritiene che i bond dei Paesi emergenti abbiano comunque maggiori margini di reddito e bisogna tenere presente, sulla base delle esperienze passate, che “chi prima arriva...meglio alloggerà quando inizierà il rimbalzo”. E comunque invita ad avere sempre “un approccio selettivo per cercare i fondamentali più solidi”.

Nel mirino farmaceutici e high-tech

In questa fase è evidente la speculazione che circonda le imprese che fanno ricerca farmaceutica, di riflesso agli sforzi (anche finanziari) che stanno affrontando per mettere a punto il vaccino contro il Covid-19. Altro settore sotto i riflettori è quello high-tech, sulla scorta dell’aumento registrato in questo periodo del commercio online e dell’utilizzo di software sempre più sofisticati e interconnessi (auto a guida autonoma, 5G, smart working) a seguito delle restrizioni dettate dall’emergenza. Gli esperti invitano invece ad avere particolare prudenza nei confronti delle società attive nei settori più colpiti dalla crisi: turismo in generale, trasporti aerei, retail.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

coronavirus mercati emergenti high-tech crisi economia
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