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ESG: principi in linea con l’investimento value

Gli investitori in titoli value, che in molti casi sono di industrie energivore o inquinanti, se integrano i fattori ESG nel processo decisionale di queste imprese, possono incontrare opportunità, e anche rischi, non pienamente considerati dal mercato.

26/11/2021
ricarica di una vettura elettrica
Le opportunità del segmento value guardando anche ai criteri ESG

La filosofia ESG è sempre più parte integrante nelle scelte degli investitori, dopo che la recente esperienza della pandemia e la conferenza dell’Onu di Glasgow sul cambiamento climatico (COP26) ne hanno ulteriormente sottolineato l’importanza. Questo approccio rispetto alle tematiche ambientali comporta nuove sfide per gli investitori value, considerato che molte attività del comparto sono in contrasto con alcuni fondamentali associati agli obiettivi ESG. Infatti, molte delle industrie che hanno un ruolo importante nell’universo value possono avere valutazioni negative se riferite ai principi ESG, soprattutto quelle che operano in aree come l’energia (petrolio e gas), i materiali (minerali) e i servizi pubblici, che storicamente emettono grandi quantità di carbonio.

Fattori ESG, tra opportunità e rischi

Tuttavia, il mondo difficilmente potrà raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 senza ‘intervenire’ in queste aree altamente inquinanti. Si tratta di un passaggio storico, fondamentale per chi deve scegliere cosa mettere in portafoglio. Infatti, secondo Sebastien Mallet, portfolio manager global value equity strategy di T. Rowe Price, integrando i fattori ESG nel processo decisionale, possono emergere opportunità o rischi non pienamente considerati dal mercato. A volte, sostiene, proprio le caratteristiche che penalizzano aziende e interi settori in tema ESG, ne celano anche il potenziale e significativo contributo nello sviluppo di tecnologie, sblocco di risorse e canalizzazione degli investimenti che possano guidare il cambiamento.

Il nodo servizi pubblici, energia, industria e materiali

Per questi motivi, Mallet è convinto che i principi ESG e un investimento value attivo possono andare di pari passo, con gli investitori che possono influenzare il management delle imprese su cui puntano. Sicuramente non si può dimenticare che, rispetto ad altri settori, nel value c’è una maggiore percentuale di emittenti in ritardo nel rispettare i criteri ESG. Un dato su tutti, secondo T. Rowe Price, servizi pubblici, energia, industria e materiali (che in genere si classificano male in termini di caratteristiche ambientali), rappresentano quasi il 90% dell'impronta di carbonio dell'indice MSCI World. Allo stesso tempo, le aziende energetiche, che possono essere responsabili di gran parte dell'inquinamento, sono anche parte integrante del processo di transizione.

Performance etica e finanziaria in sintonia

Per questo motivo gli investitori value sono in una posizione unica per aiutare a promuovere il cambiamento. Le imprese che hanno responsabilità sociale possono anche essere buoni creatori di valore: ci sono molti fattori in cui performance etica e finanziaria sono in sintonia. In particolare, osserva Mallet, la diversità all’interno di un’azienda porta prospettive diverse e riduce il pensiero unico. Le aziende che trattano bene i loro dipendenti hanno maggiori probabilità di avere una forza lavoro più leale e motivata, mentre quelle che gestiscono il loro impatto ambientale possono anche aiutare a ridurre qualsiasi rischio legale o reputazionale. Il miglioramento dei profili ESG può, quindi, anche migliorare potenzialmente la tesi di investimento.

Opportunità, nonostante le ‘trappole di valore’

La possibilità di identificare opportunità e rischi che vengono mal interpretati dal mercato può rivelarsi vantaggioso per un investitore. Da una prospettiva più difensiva, un’adeguata consapevolezza dei rischi ESG può anche essere un’arma aggiuntiva contro l’onnipresente nemico del gestore value, la cosiddetta ‘trappola del valore’. Molte aziende, infatti, possono sembrare convenienti e avere un solido potenziale di rialzo a lungo termine sulla base della tradizionale analisi finanziaria.

Tuttavia, includendo anche l’analisi dei fattori ESG non finanziari, può diventare chiaro che alcune aziende sono convenienti per una buona ragione. Insomma, mentre le potenziali trappole value possono essere prevalenti, non è sempre appropriato presumere il peggio.

La strategia

La strategia consigliata dall’esperto di T. Rowe Price è quella di scegliere azioni che vengono scambiate con uno forte sconto rispetto alla stima del valore intrinseco. I dati ESG, considerati un’importante fonte di informazioni, aiutano gli investitori a stimare accuratamente questo valore intrinseco, anche se non è stato tenuto in conto dal mercato. Mallet ritiene che identificare il cambiamento in mezzo alle controversie possa potenzialmente creare opportunità. Tuttavia, aggiunge, è fondamentale capire come il miglioramento e la transizione funzioneranno in termini di tempistica e di investimenti necessari per comprendere l’impatto sulla redditività, e i fattori ESG (Environmental, Social and Governance) sono diventati parte cruciale di questo processo.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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