La Fed vuole senz'altro uscire dai tassi a zero, elemento evidenziato anche dal rapido bear market sui Treasury a maggiore scadenza, ma l'istituto di emissione ritiene anche che l'economia cresca comunque a ritmi decenti.

Dall'annuale simposio di Jackson Hole è uscito ciò che gli investitori più volevano sentirsi dire: nell'ambito di una politica monetaria globale ultra-lassista, è possibile che la Fed rialzi quest'anno i tassi.

Gli esperti di Saxo Bank delineano dieci scenari complessi che potrebbero caratterizzare l'andamento dei mercati nel nuovo anno, in scia a quanto accaduto nel Regno Unito (Brexit) e negli Usa con l’elezione di Trump.

Con l’arrivo di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e una probabile accelerazione dei rialzi dei tassi da parte della Fed nel 2017, conviene probabilmente adottare una strategia attendista.

Dall’inizio della crisi nulla è tornato a essere come prima. La crescita economica langue, i tassi d’interesse (reali e nominali) sono ai minimi storici e il mercato del lavoro non riesce a riportarsi sui livelli del passato.

Sono passati ormai tre mesi dal terremoto Brexit, ma il peggio sembra essere alle spalle, anche se le principali economie del continente sono state costrette a rivedere al ribasso i dati del Pil 2016.

I mercati del reddito fisso e valutari sono diventati più volatili rispetto al recente passato. I driver di questo aumento di volatilità sono diversi, ma la divergenza delle politiche monetarie è sicuramente un elemento chiave.

Dopo una traversata del deserto durata più di quattro anni, le materie prime hanno raggiunto un’oasi, le commodities registrano una rivalutazione media del 20% sostenute dal forte rimbalzo dei prezzi del petrolio.

La settimana borsistica ha mostrato finora un buon andamento giovedì 22 settembre: il Nasdaq composite ha toccato un nuovo massimo storico intraday a 5.343. Le dichiarazioni di Janet Yellen hanno aiutato non poco i mercati globali.