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Bce: stima forte crescita per l’Eurozona nel terzo trimestre

Grazie all’allentamento delle restrizioni e all’avanzamento delle vaccinazioni l’economia dell’Eurozona registrerà una forte crescita nel terzo trimestre. Lo stima la Bce nel suo Bollettino mensile, dove sottolinea l’incognita della variante Delta e che le attuali spinte inflative sono temporanee.

31/08/2021
mani di lavoratori viste dall’alto che stringono un patto
Bollettino mensile della Bce sullo stato dell'economia dell'Eurozona

L'economia dell'Eurozona ha registrato un recupero nel secondo trimestre di quest’anno e, con il progressivo allentamento delle restrizioni, si prevede una forte crescita nel terzo trimestre. Il ciclo, nel suo complesso, dovrebbe riconquistare i livelli pre-crisi nel primo trimestre del prossimo anno, anche se c'è ancora molta strada da fare prima che i danni economici causati dalla pandemia siano ripianati. È quanto emerge dal tradizionale bollettino economico mensile della Bce, dove si precisa che questo scenario non è scalfito dal lieve rallentamento subito dalla crescita nel mese di giugno per effetto di una certa normalizzazione dell’attività in diverse importanti economie.

L’incognita Delta sulla ripresa dei servizi

La Bce, grazie all’aumento delle vaccinazioni e all’allentamento delle restrizioni e delle misure di lockdown nella maggior parte dei Paesi, prevede un andamento molto positivo nel manifatturiero, benché le strozzature dal lato dell’offerta stiano frenando la produzione nel breve termine. Qualche incognita invece interessa i servizi: sebbene la riapertura sempre più ampia delle attività favorisca un forte recupero del comparto, la variante Delta - stima l’Eurotower - potrebbe smorzarne la ripresa, soprattutto nel comparto del turismo e dell’ospitalità. Più in generale, secondo il report, l’andamento della pandemia resta fonte di incertezza per la ripresa economica mondiale e potrebbe determinare profili di crescita sempre più disomogenei tra i vari Paesi.

L’ottimismo delle imprese nella ripresa degli investimenti

Man mano che le persone tornano a frequentare negozi e ristoranti, la spesa per consumi cresce, sostenuta dal miglioramento delle prospettive occupazionali, dall'aumento della fiducia e dal continuo sostegno dei Governi. Di riflesso la ripresa in atto della domanda interna e mondiale accresce l'ottimismo delle imprese, favorendo gli investimenti. A tal proposito, sottolinea il bollettino, per la prima volta dallo scoppio della pandemia l’indagine sul credito bancario nell’Eurozona indica che il finanziamento degli investimenti fissi costituisce un’importante determinante della domanda di prestiti da parte delle imprese.

Il ruolo chiave del programma NGEU

La Banca centrale europea ha rilevato alcuni ritardi sul fronte del mercato del lavoro, pur riconoscendo che il numero dei beneficiari delle misure di integrazione salariale resta elevato anche se in calo. Tuttavia, nel complesso, ci sono ancora 3,3 milioni di occupati in meno rispetto al periodo antecedente la pandemia, soprattutto tra giovani e lavoratori meno qualificati. Per questo giudica essenziali le politiche che forniscano un sostegno significativo, così come una politica di bilancio ambiziosa e coordinata dovrebbe continuare ad affiancare la politica monetaria nel rafforzare la fiducia e favorire la spesa. In questo contesto, al programma NGEU è affidato un ruolo fondamentale, nella misura in cui dovrebbe contribuire a una ripresa più vigorosa e uniforme in tutta l’area dell’euro.

Le spinte dell’inflazione sono temporanee

Lo scenario dell’inflazione resta tranquillo: nell’Eurozona a giugno si è attestata all’1,9% e dovrebbe aumentare nei prossimi mesi, per tornare poi a diminuire il prossimo anno. L’attuale incremento, precisa la Bce, è riconducibile soprattutto ai rincari dei beni energetici e agli effetti base legati al brusco calo dei corsi petroliferi all’inizio della pandemia, così come all’impatto della riduzione temporanea (lo scorso anno) dell’IVA in Germania. L’effetto di tali fattori dovrebbe venire meno ai primi del 2022. Nel complesso, la debole dinamica salariale e il recente rialzo dell’euro implicano che le pressioni sui prezzi rimarranno probabilmente moderate per qualche tempo.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

bce inflazione eurozona
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